Il Giubileo delle comunità

della Lombardia a Sotto il Monte

Il Giubileo delle comunità

della Lombardia a Sotto il Monte

Siamo qui per ricevere. Non per dare. Siamo venuti a vivere questo Giubileo per abbeverarci al Tuo amore, per sfamarci di Te. Tu ci accogli e ci dai un comandamento: “che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amato”. Ma l’amore di cui parli non è quello che ci raccontano: è quello concreto che tocca nella carne, è dedizione quotidiana, fatta di piccoli gesti in famiglia, è dare la vita ogni giorno. Tu ti sei dedicato a noi e ci chiedi di dare frutto, dedicandoci a chi ci è vicino.

 

E’ questa riflessione di don Mauro Santoro, nostro assistente provinciale, che ci ha guidato nel Giubileo che le comunità di Lombardia 1 e 2 hanno vissuto il 17 aprile a Sotto il Monte, paese natale di San Giovanni XXIII. Eravamo in tanti, ben 240. E abbiamo vissuto la giornata ascoltando i richiami del Papa “Buono” alla condivisione, affidando a delle piccole calamite appese al suo “giardino della pace” le nostre semplici preghiere.

 

In tutta la provincia “Un fiume di pace” abbiamo deciso di vivere questo Giubileo della Misericordia in due tappe. La prima a gruppetti di 2-3 comunità, riflettendo sul brano di Ezechiele 36,26-27 e chiedendo a Gesù di trasformare il nostro cuore di pietra in cuore di carne. La seconda vivendo il pellegrinaggio a una porta santa: Piemonte-Valle d’Aosta e Veneto lo faranno in giugno e in settembre.

 

A Sotto il Monte, grazie a due brani,  Apocalisse 3,14-22 e il Vangelo del giorno (Giovanni 15,9-17), abbiamo riflettuto insieme sulla guarigione che l’incontro con la Misericordia può generare. Il primo brano ci dice come Dio muova il primo passo verso di noi: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me… Chi ha orecchie, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese”. Il brano di Giovanni ci dona il comandamento di Gesù e l’invito ad amarci “come” Lui ci ha amato. E’ su quel “come” che dobbiamo soffermarci – ci ha esortato don Mauro – Dio sa che possiamo essere stufi, furiosi, stanchi. E possiamo anche gridarglielo. Ma ci dice che comunque non dobbiamo sentirci soli. La scommessa è chiara: percorrete questa via di amore, perché la vostra gioia sia piena. Lui ci ama per primo e non si demotiva, anche se ne avrebbe tante ragioni. Ci ama e ci invita a dare frutto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Entrando in chiesa, varcata la porta santa, ciascuno ha disegnato su un cartoncino giallo il suo stato d’animo (allegro, triste, preoccupato, arrabbiato…), quindi lo ha donato all’offertorio, a Gesù che dice “Vieni a me così come sei, offrimi la tua vita, fammi entrare nel tuo cuore!”. Alla Comunione ciascuno ha avuto un cartoncino verde, da conservare, per descrivere come si è sentito dopo l’incontro con Gesù. La trasformazione magari non è stata immediata, ma abbiamo portato con noi la certezza che Dio ci ama per primo e non smette di farlo, anche se siamo tristi o, persino, arrabbiati con Lui.

Anche un piccolo “invio” ci ricorda quella giornata. E reca una frase di papa Francesco: “Quando si sperimenta l’abbraccio della misericordia, allora la vita può cambiare”. Sappiamo che è davvero così.

 

Scritto da Angela Grassi Coordinatrice Provincia Un Fiume di Pace

Associazione Fede e Luce ONLUS

Via Giovanni Bessarione, 30

00165 Roma

 

 

Segreteria Nazionale

 

info@fedeeluce.it

06 633402

Martedì e giovedì dalle 10 alle 13