Ricordare la luce delle nostre comunità

Domenica 6 febbraio nella chiesa di Santa Silvia a Roma, alcuni rappresentanti delle comunità di Sant’Anna, Santa Silvia, San Gregorio e La Fenice si sono raccolti per celebrare la festa della luce. 

In questo tempo ancora sospeso, lontano dalla festa e dagli abbracci c’è stata una Messa. Non eravamo molti, ma c’eravamo. Una Messa per ricordare la luce che guida le nostre comunità.

Alla fine della celebrazione abbiamo fatto un segno partendo proprio dal Vangelo di Luca (2,27-31) del 2 febbraio, cioè il racconto della presentazione di Gesù bambino al tempio. Come ci ricorda don Marco Bove nel Suo prezioso commento sul Carnet de Route 2021-2022 «Simeone riesce a vedere molto in profondità, perché riconosce la salvezza di Dio in un bambino uguale a mille altri bambini. Bisogna guardare con gli occhi della fede per vedere la luce di Dio negli piccoli e nei poveri. Tante volte infatti vediamo senza vedere, come se mancasse la luce, come se i nostri occhi non sapessero riconoscere la presenza di Dio»

Ecco questo è proprio il dono che viviamo nelle nostre Comunità di Fede e Luce quello di essere riconosciuto importante per ciò che si è, quello di scoprire che ciascuno è prezioso agli occhi di Dio ed anche noi nella fraternità facciamo esperienza della bellezza di chi sta accanto.

Siamo arrivati in comunità ciascuno ad età diverse, con situazioni diverse, per tanti motivi diversi, “per fare del bene”, “per noia”, “per cercare amici”… Non importa perché siam arrivati. L’importante è perché ci siamo fermati. Credo che tutti ci siamo fermati perché ci siamo sentiti accolti, amati, riconosciuti, chiamati per nome nella nostra fragilità profonda.

Dobbiamo ricordare questa gioia ed abbiamo cercato di rappresentare questo dono dell’incontro con un gesto semplice che potesse essere la memoria di quello che ognuno di noi ha vissuto a Fede e Luce.

C’erano 5 persone sedute con un velo sulla testa e con gli occhi coperti, soli, senza luce. Si sono avvicinate altre 5 persone (1 persona per ciascuna delle 5 comunità della nostra regione) con una fiaccola disegnata, segno di luce. Le persone bendate sono state chiamate per nome invocando il nome di Gesù ed in quel momento è stato tolto il velo dalla testa.

Il gesto si è concluso poi con un invito ed un augurio a tutte le comunità usando le parole di speranza e di incoraggiamento tratte da un testo di don Tonino Bello:

“Andiamo fino a Betlemme, come i pastori. L’importante è muoversi.
E se invece di un Dio glorioso, ci imbattiamo nella fragilità di un bambino, non ci venga il dubbio di aver sbagliato percorso.
Il volto degli oppressi, la solitudine degli infelici, l’amarezza di tutti gli uomini della Terra, sono il luogo dove Egli continua a vivere in clandestinità.
… A noi il compito di cercalo. Mettiamoci in cammino senza paura”
(Alla finestra la speranza – dal brano Andiamo a Betlem)

Buon cammino a tutti.

Francesca
Comunità Sant’Anna










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