Sabato 11 marzo io e Paola Colombo, che da tempo facciamo le catechiste nella nostra parrocchia insieme a Liliana Ghiringhelli, siamo state invitate all’Università Cattolica di Milano, a un incontro organizzato dal Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità della Conferenza Episcopale Italiana. Lì abbiamo conosciuto tante persone, soprattutto suor Veronica Donatello, che è responsabile del Servizio. Lei era molto felice per la nostra presenza e noi abbiamo provato tanta gioia ed emozione perché era la prima volta che partecipavamo a un evento così importante. Con noi, Liliana e Gianni Muia, c’erano anche don Mauro Santoro e altri sacerdoti e tra i tanti volontari c’erano Angela Grassi, vice coordinatrice internazionale di Fede e Luce, e la nostra Elisa Cassone, amica nella comunità di Gratosoglio.
Alle 9.30 tutti seduti, si comincia! Apre il convegno il mimo del Vangelo di Marco – animato da noi di Fede e Luce con Marta e Davide di Carugate – con protagonista il paralitico. Gli attori erano già molto preparati, mentre Livio, un ragazzo, suonava in sottofondo una musica dolce. Una volta finito abbiamo recitato una preghiera tutti insieme e abbiamo preso posto.
Abbiamo cominciato ad ascoltare gli interventi sul tema “Disabilità e appartenenza”, a partire da quello di Suor Veronica. Ci hanno spiegato che in questo mondo, tanto complicato, molte persone fanno fatica. Ma che a partire dalle parrocchie si devono pensare ambienti aperti a tutti, proprio a tutti. E che una comunità accogliente si costruisce sui “talenti” delle persone. Alla fine è intervenuto monsignor Mario Delpini, il nostro arcivescovo di Milano, parlandoci della lentezza: «La lentezza insegna alla comunità che non si deve avere l’efficienza come obiettivo – ha detto Delpini. Obiettivo deve essere invece quello di edificare la comunità, di rafforzarla. La fretta è un limite, la lentezza è un valore». Un tema che io e la mia comunità abbiamo sperimentato due anni fa al campo con i giovani a Marina di Massa: ci siamo resi conto di quanta fragilità ci circonda e di come ci ha aiutato a vivere i momenti insieme con i tempi rallentati.
Due ragazze hanno tradotto tutto con il linguaggio dei segni, per far arrivare il messaggio a chi non poteva parlare e sentire. Una cosa bellissima! C’era tantissima gente a questo convegno e ci sono state tante testimonianze. Abbiamo mangiato alla mensa dell’Università insieme con altri amici. Nel pomeriggio ci sono stati gruppi di scambio. Io e Paola abbiamo parlato della liturgia per i giovani e dell’esperienza come catechiste, lasciando parecchio stupore tra chi ci stava ascoltando. Dopo i saluti, ho avuto l’occasione di fare una foto con Suor Veronica (ragazzi, che bello, ma quando mi ricapita!); sia io che lei eravamo felicissime per quella splendida giornata e l’ho pure abbracciata. Grazie per questo convegno perché parlare di tanti problemi ti fa scoprire tante cose.
Grazie a tutti!
La vostra reporter Nora Buccheri