Statuto dell’Associazione Fede e Luce Onlus

II presente testo di Statuto è stato approvato dal Consiglio Episcopale Permanente nella sessione del 24-26 marzo 2014.
Si consegna ufficialmente il testo debitamente approvato.

Roma, 14 aprile 2014
Nunzio Galantino Segretario Generale

Download Statuto Fede e Luce Pdf (540kb)
Lettere di approvazione del Mons. Galantino
Lettere di approvazione del Card. Bagnasco

Articolo 1
Denominazione

L’Associazione Fede e Luce Onlus, qui di seguito 1 Associazione, è un associazione privata nata dal desiderio di aiutare le persone con handicap mentale e le loro famiglie a trovare il loro posto nella vita ecclesiale e nella società.

L’Associazione è disciplinata dal presente statuto, dalla legge italiana e dal diritto canonico, in conformità alla Charta e alla Costituzione del Movimento internazionale Foi et Lumière.

Articolo 2
Scopi

L’Associazione si fonda sulla convinzione che la persona con handicap mentale è integralmente una persona e ha diritto di essere amata, riconosciuta e rispettata, nel suo essere e nelle sue scelte, per progredire in tutti gli ambiti sia spirituali che umani. L’Associazione muove dal presupposto che ogni persona è amata ugualmente da Dio e che Gesù vive anche in chi non può affatto esprimerlo.

L’Associazione non ha fine di lucro e persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale avendo come scopi:

  1. suscitare e sostenere incontri di amicizia e di preghiera che riuniscano in Comunità persone con handicap mentale, le loro famiglie e i loro amici;
  2. stabilire legami fraterni di sostegno tra le diverse Comunità, in particolare attraverso pellegrinaggi e incontri di formazione;
  3. favorire l’inserimento e l’integrazione delle persone con handicap mentale nella Chiesa e nella società, assicurando il rispetto di ogni tradizione cristiana;
  4. favorire ogni azione che aiuti i familiari delle persone con handicap mentale a sentirsi accompagnati e sostenuti nel loro percorso esistenziale;
  5. favorire una solidarietà anche economica tra le Comunità e tra le Province;
  6. collaborare con altre organizzazioni che aiutano la persona disabile a sviluppare le proprie capacità umane e spirituali nella Chiesa e nella società.

L’Associazione, per il raggiungimento dei propri scopi, si serve dell impegno gratuito dei soci, in modo determinante e prevalente.

Articolo 3
Attività

L’Associazione per realizzare i suoi scopi può svolgere le seguenti attività:

  1. organizzare e vivere incontri di amicizia e di preghiera che coinvolgono persone con handicap mentale, i loro familiari e amici;
  2. organizzare l’animazione e l’intrattenimento, volti a favorire la socializzazione delle persone con handicap mentale e a dare un adeguato sostegno umano e spirituale ai loro familiari;
  3. organizzare e vivere pellegrinaggi, manifestazioni, congressi e convegni collegati agli scopi sociali;
  4. organizzare e vivere soggiorni ricreativi rivolti alle persone con handicap mentale, i loro familiari e amici;
  5. gestire, promuovere e divulgare ricerche, studi, seminari, incontri formativi, nonché attività editoriali, sulle tematiche inerenti alla disabilità o comunque destinati a migliorare e rafforzare la propria azione associativa;
  6. svolgere tutte le azioni volte a sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sulle tematiche della propria attività e a reperire i fondi necessari al funzionamento dell’Associazione stessa.

L’Associazione non può svolgere attività diverse da quelle istituzionali, ad eccezione di quelle ad esse direttamente connesse. Essa può assumere personale o servirsi di prestazioni di lavoro autonomo esclusivamente nei limiti necessari al suo funzionamento oppure occorrenti a qualificare o specializzare l’attività svolta.

Articolo 4
Durata e sede

La durata dell’Associazione è illimitata. Essa ha sede in Roma, potrà essere spostata in altro comune aH’interno dello Stato italiano con delibera dell’Assemblea Nazionale.

Articolo 5
Soci

I soci sono le persone con handicap mentale, i loro familiari, gli amici e gli assistenti spirituali che partecipano alle attività dell’Associazione e ne fanno richiesta all’Assemblea Nazionale.

I soci possono, in qualunque momento, lasciare liberamente l’Associazione.
I soci hanno il diritto di essere informati sulle attività dell’Associazione e sul suo funzionamento.
I soci hanno il dovere di:

  • collaborare alle attività intraprese dall’Associazione;
  • corrispondere annualmente il contributo associativo deliberato dal Consiglio di Amministrazione;
  • osservare lo statuto dell’Associazione e le decisioni degli organi associativi.

Perde la qualità di socio chi:

  1. in qualunque modo, danneggia moralmente o materialmente 1 Associazione anche attraverso la determinazione di dissidi o disordini tra i membri;
  2. in qualunque modo, compie azioni contrastanti con lo spirito e gli scopi dell’Associazione anche attraverso comportamenti apertamente in contrasto con la fede cristiana;
  3. non osserva le disposizioni contenute nel presente Statuto o le deliberazioni correttamente adottate dagli organi associativi.

Spetta all’Assemblea Nazionale constatare se ricorrano i motivi che legittimano l’esclusione di un socio e provvedere di conseguenza.

Articolo 6
Organi associativi

L’Associazione per il suo funzionamento e per il raggiungimento dei suoi obiettivi si avvale di organi, preposti con pari dignità e responsabilità, la cui formazione è collegiale e democratica. iCv/

Sono organi dell’associazione:

  • l’Assemblea Nazionale;
  • il Consiglio di Amministrazione;
  • i Revisori dei conti.

Articolo 7
Assemblea Nazionale

I soci, anche tramite delega, eleggono su base provinciale, ogni quattro anni, i membri dell’Assemblea Nazionale. L’Assemblea Nazionale è composta dal coordinatore di Provincia, dai vice-coordinatori di Provincia e dal tesoriere di Provincia, delle Province italiane eletti con modalità democratica su base territoriale.

Spetta all’Assemblea Nazionale:

  • individuare gli indirizzi generali e determinare gli indirizzi amministrativi, legali e finanziari;
  • approvare il bilancio consuntivo;
  • modificare lo statuto, approvare e modificare eventuali regolamenti e deliberare lo scioglimento dell’Associazione;
  • favorire un confronto a livello nazionale tra le Province; deliberare l’ammissione e l’esclusione dei soci;
  • eleggere i membri del Consiglio di Amministrazione e nominare i Revisori dei conti;
  • proporre alla competente autorità ecclesiastica, congiuntamente al Presidente del Consiglio di Amministrazione, la nomina dell’Assistente Ecclesiastico Nazionale.

Partecipano all’Assemblea Nazionale, senza diritto di voto, l’Assistente Ecclesiastico Nazionale, gli Assistenti Spirituali delle singole Province ed i membri del Consiglio di Amministrazione.

L’Assemblea Nazionale è convocata, anche a mezzo di posta elettronica, dal Presidente del Consiglio di Amministrazione almeno una volta l’anno per l’approvazione del bilancio o su richiesta di almeno due terzi dei membri dell’Assemblea Nazionale. Le deliberazioni dell’Assemblea Nazionale sono valide solo se assunte dalla maggioranza degli aventi diritto.

Articolo 8
Consiglio di Amministrazione

Il Consiglio di Amministrazione è composto da un minimo di 5 ad un massimo di 11 membri e dura in carica quattro anni. L’Assemblea Nazionale elegge tra i soci il Presidente del Consiglio di Amministrazione, su base provinciale, gli altri Consiglieri. Il numero dei Consiglieri viene determinato di volta in volta dall’Assemblea Nazionale chiamata a eleggerli.

Tutti i membri sono rieleggibili nel limite di due mandati consecutivi; la carica di Consigliere è incompatibile con quella di membro dell’Assemblea Nazionale.

Il Consiglio di Amministrazione nomina al suo interno un Vice presidente, un Segretario ed un Tesoriere. Nessun compenso è dovuto ai membri del Consiglio di Amministrazione per l’incarico svolto, salvo il rimborso delle spese opportunamente documentate.

In caso di dimissioni o decesso di un Consigliere, il Consiglio di Amministrazione, alla prima riunione, provvede alla sua sostituzione per cooptazione, chiedendone la convalida alla prima Assemblea Nazionale; in caso di dimissione o decesso della maggioranza dei membri il Presidente, senza indugio, convoca l’Assemblea Nazionale.

Il Consiglio di Amministrazione si riunisce su convocazione, anche tramite posta elettronica, del Presidente ogni volta che questi lo ritenga opportuno o su richiesta di almeno un terzo dei Consiglieri.

In caso di urgenza, il Presidente può disporre che la riunione si svolga in teleconferenza o videoconferenza. In tal caso il Presidente deve verificare la presenza del numero legale per la valida costituzione della seduta identificando, personalmente ed in modo certo, tutti i partecipanti collegati in teleconferenza o videoconferenza, e assicurarsi che gli strumenti audiovisivi consentano agli stessi, in tempo reale, di seguire la discussione ed intervenire nella trattazione degli argomenti. La seduta si considera tenuta nel luogo in cui si trova il Presidente.

Le deliberazioni del Consiglio di Amministrazione sono valide solo se assunte dalla maggioranza degli aventi diritto. In caso di parità, prevale il voto del Presidente.

Al Consiglio di Amministrazione compete:

  1. curare l’organizzazione e l’amministrazione dell’Associazione e dei suoi beni, assumendo le relative delibere e ponendo in essere tutti gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione;
  2. redigere il bilancio consuntivo;
  3. provvedere all’esecuzione delle deliberazioni dell’Assemblea Nazionale;
  4. coordinare a livello nazionale i rapporti con gli organismi civili ed ecclesiali, con le altre associazioni, con la stampa e gli altri mezzi di comunicazione;
  5. curare la conservazione e valorizzazione del patrimonio archivistico, documentale, librario e multimediale del Movimento Fede e Luce in Italia;
  6. pubblicare i documenti e gli opuscoli ritenuti necessari per il funzionamento dell’Associazione;
  7. definire le linee editoriali del sito internet e di tutte le pubblicazioni cartacee e multimediali;
  8. definire la quota associativa annuale;
  9. assumere, nominare e licenziare il personale dell’Associazione fissandone le mansioni e le retribuzioni.

Il Consiglio di Amministrazione può invitare alle sue riunioni qualsiasi persona la cui competenza è necessaria per la trattazione di un argomento specifico.

Articolo 9
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione

Il Presidente del Consiglio di Amministrazione:

  1. rappresenta l’Associazione di fronte a terzi, in giudizio e presso l’autorità ecclesiastica;
  2. fissa l’ordine del giorno delle riunioni del Consiglio di Amministrazione;
  3. convoca l’Assemblea Nazionale sentiti i Coordinatori di Provincia;
  4. opera sui conti correnti bancari e postali dell’Associazione;
  5. può delegare in tutto o in parte alcuni membri del Consiglio di Amministrazione e dell’Assemblea Nazionale a funzioni specifiche o a rappresentare l’Associazione in materie di loro competenza;
  6. può adottare, in caso di urgenza, provvedimenti di competenza del Consiglio di Amministrazione salvo successiva ratifica da parte di questo.

Il Presidente è eletto dall’Assemblea Nazionale.
Il Presidente può nominare Consiglieri aggiunti che partecipano all’Assemblea Nazionale e al Consiglio di Amministrazione con parere consultivo e senza diritto di voto.

Articolo 10
Il Vice Presidente

Il Vice Presidente coadiuva il Presidente, ne prende il posto per assenza o incapacità ed ha gli stessi poteri durante il periodo interinale.

Articolo 11
Il Segretario Nazionale

Il Segretario Nazionale è responsabile del funzionamento della segreteria; redige e trascrive i verbali delle convocazioni del Consiglio di Amministrazione e dell’Assemblea Nazionale e assicura l’esecuzione delle deliberazioni; tiene aggiornato il libro dei soci; cura la tenuta della corrispondenza e degli archivi; coordina le comunicazioni tra le Province e il Consiglio di Amministrazione.

Articolo 12
Il Tesoriere Nazionale

Il Tesoriere Nazionale è responsabile della gestione delle attività finanziarie ed economiche dell’Associazione; opera sui conti correnti bancari e postali dell’Associazione; coordina e raccorda i tesorieri provinciali; ogni anno è tenuto a preparare una relazione finanziaria ed economica da presentare al Consiglio di Amministrazione e all’Assemblea Nazionale.

Articolo 13
I Revisori dei Conti

L’Assemblea Nazionale qualora lo ritenga opportuno può nominare un Collegio di Revisori dei Conti o un Revisore unico eletti tra gli iscritti al registro dei Revisori Contabili e che abbiano i requisiti professionali dell’indipendenza e dell’autonomia, con mandato quadriennale rinnovabile. Insieme al Revisore o al collegio dei Revisori viene altresì nominato un supplente. Il compenso ai membri del collegio dei revisori o al revisore unico dell’ associazione è determinato dall’Assemblea Nazionale che li nomina e può essere gratuito.

Il collegio o il revisore unico dovranno accertare la regolare tenuta della contabilità sociale, la consistenza di cassa e l’esistenza dei valori e dei titoli di proprietà dell’Associazione e potranno procedere ad ispezioni e controlli, presentando all’Assemblea Nazionale una propria relazione scritta in occasione dell’esame del rendiconto annuale.

L’Assemblea Nazionale potrà, se lo riterrà opportuno, attribuire al Collegio ulteriori compiti di vigilanza.

Articolo 14
L’Assistente Ecclesiastico Nazionale

L’Assistente ecclesiastico è nominato dalla Conferenza Episcopale Italiana nell’ambito di ima terna di sacerdoti proposta dall’Assemblea Nazionale con il consenso dei loro Ordinari.

È compito dell’Assistente Ecclesiastico Nazionale:

  • promuovere l’accoglienza delle indicazioni dei pastori della Chiesa e la fedeltà alla missione cristiana ed ecumenica del Movimento Internazionale Foi et Lumière di cui l’Associazione fa parte;
  • sostenere l’Associazione nei rapporti con le autorità ecclesiali;
  • favorire la realizzazione degli scopi dell’Associazione a tutti i livelli ecclesiali.

L’Assistente Ecclesiastico Nazionale può partecipare alle riunioni del Consiglio di Amministrazione, senza diritto di voto, esprimendo il proprio parere sulla vita e le scelte dell’Associazione.

Il mandato ha durata di quattro anni e può essere riconfermato.

Articolo 15
Comunità

I soci perseguono gli scopi e svolgono le attività dell Associazione in comunità, collegate tra di loro in ragione della Provincia di appartenenza.

Una comunità può essere costituita a partire da un gruppo di minimo dieci soci, che si incontrano almeno una volta al mese e aderiscono ai principi di vocazione ed ispirazione dettati dalla Charta del Movimento Internazionale Foi et Lumière.

Articolo 16
Provincia

La Provincia è un raggruppamento di comunità che costituiscono il Movimento Internazionale Foi et Lumière.

Articolo 17
Risorse Economiche

Le risorse economiche per il conseguimento degli scopi ai quali 1 associazione è rivolta e per sopperire alle spese di funzionamento dell’Associazione saranno costituite:

  1. dalle quote sociali annue stabilite dal Consiglio di Amministrazione;
  2. da eventuali proventi derivanti da attività associative (manifestazioni e iniziative);
  3. da ogni altro contributo, donazioni, lasciti e rimborsi dovuti a convenzioni, che soci, non soci, enti pubblici o privati, diano per il raggiungimento dei fini dell’Associazione;
  4. contributi di organismi internazionali;
  5. entrate derivanti da attività commerciali e produttive marginali, e proventi delle cessioni di beni e servizi agli associati e a terzi.

Il patrimonio sociale è costituito da:

  1. beni mobili ed immobili;
  2. eventuali fondi di riserva costituiti con le eccedenze di bilancio.

Articolo 18
Esercizio Finanziario

L’esercizio finanziario si chiude al 31 dicembre di ogni anno. Entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio sociale vena predisposto dal Consiglio di Amministrazione il bilancio o rendiconto consuntivo.

Eventuali avanzi di gestione sono interamente destinati al fondo di riserva, per essere impiegati nelle attività istituzionali o in quelle direttamente comiesse. Non è ammesso nessun tipo di distribuzione, in modo diretto o indiretto, di utili o avanzi di gestione, nonché di fondi, riserve o capitale durante la vita dell’Associazione, a meno che la destinazione o la distribuzione non siano imposte per legge o siano effettuate a favore di altre Onlus che per legge, statuto o regolamento fanno parte della medesima ed unitaria struttura.

Articolo 19
Tutela dell’immagine associativa

I soci, le comunità e le Province, nell’ambito delle proprie competenze e responsabilità, promuovono la tutela dell’immagine e del buon nome dell’Associazione.

Articolo 20
Regolamenti

Per il regolare funzionamento della vita associativa, l’Assemblea Nazionale emana delle norme (Regolamenti) che non possono essere in contrasto con questo Statuto.

Articolo 21
Modifiche allo Statuto

Le modifiche al presente Statuto sono deliberate dall’Assemblea Nazionale con la maggioranza dei due terzi degli aventi diritto e la conferma da parte della Conferenza Episcopale Italiana.

Articolo 22
Scioglimento dell’Associazione

Lo scioglimento dell’Associazione per qualunque causa può essere disposto soltanto con delibera dell’Assemblea Nazionale nella quale si prevede la devoluzione del patrimonio a favore di un’altra Associazione con finalità analoghe o ai fini di pubblica utilità, sentito l’organismo di controllo previsto dalla normativa vigente e salvo diversa destinazione imposta dalla legge, approvata a maggioranza di tre quarti degli aventi diritto di voto e confermata dalla Conferenza Episcopale Italiana.

Il giorno del riconoscimento

Non voglio usare molte parole mie per iniziare questo racconto. Potrei riportare tante motivazioni ma la verità è che ci sono percorsi che vengono “sospinti” da una voce, talvolta fievole talvolta più forte, che ti indica una direzione, una strada da percorrere, un “luogo” a cui è meglio appartenere.
“Dove è la Chiesa, là è anche lo spirito di Dio e dove è lo spirito di Dio là è la Chiesa e ogni grazia. Ogni giorno la Chiesa nasce dall’alto, dallo spirito del Signore. Solo secondariamente sorge dalla libera decisione dei credenti che si lasciano convocare” (La verità vi farà liberi n° 419)
Così ci siamo lasciati convocare… era il 21 marzo 2009.
Abbiamo chiesto un incontro con don Mario Crociata, allora segretario della CEI (Conferenza Episcopale Italiana). All’incontro partecipammo Mariangela Bertolini, Lucia Casella, don Marco Bove, Daniele e Titti Cogliandro, Angela Gattulli, Lorenzo Portento ed io Enza Gucciardo.
Si è creata, durante quel tempo,una strana magia, un’atmosfera di pace, fraternità e comprensione profonda la stessa atmosfera che respiravamo quando il Cardinale Carlo Maria Martini ci accoglieva ogni anno come Consiglio Nazionale nel suo Vescovado. Abbiamo percepito forte che eravamo chiamati ad avviare il percorso per richiedere il riconoscimento.

Enza Gucciardo

E’ stato un cammino di segni: il luogo, i tempi, la provvidenza. C’era un invito a cui oramai dovevamo rispondere, quello di chiedere alla Chiesa Cattolica Italiana di riconoscere l’esperienza di Fede e Luce in Italia, utilizzando le parole di Don Marco, ”per partecipare più da vicino ad un cammino di dialogo e in collegamento pieno con le occasioni e i momenti anche ufficiali in cui è bene che Fede e Luce sia presente, e per portare anche ad un livello più formale il messaggio di Fede e Luce, la sua grande profezia”.

La nuova struttura del movimento internazionale approvata a Lourdes nel 2008, l’esigenza Italiana di separare la parte gestionale dell’Associazione Fede e Luce dalla responsabilità nell’accompagnamento delle comunità, la necessità e l’opportunità di unire le forze in uno Stato nazionale dove erano presenti più Provincie Fede e Luce, ci ha portato il 2 giugno 2009 al mandato conferito al nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Associazione di realizzare un lavoro di confronto e di stesura di un rinnovato statuto… “io faccio nuove tutte le cose” è il vento dello Spirito di Cattolica che soffiava su di noi… il vento che avrebbe portato al ri-scoprirci, al ri-conoscerci, che ci avrebbe spinto a trovare il modo di creare nuovi legami e di stringere quelli esistenti.

Lo statuto era ed è lo strumento giuridico necessario per ottenere il riconoscimento CEI (Conferenza Episcopale Italiana), ma era soprattutto uno strumento con il quale dovevamo riconoscerci noi prima degli altri, con il quale fare chiarezza, e con il quale avremmo risposto in modo adeguato alla nuova organizzazione nazionale ed internazionale che si andava delineando, ma con il quale avremmo dovuto anche rispondere ai nuovi scenari e vincoli che sempre più andava a porci la normativa italiana ed internazionale soprattutto in materia fiscale e di antiriciclaggio.

Il secondo passo all’interno del Consiglio di Amministrazione, fu proprio quello del confronto: era da capire in modo chiaro e condiviso se le modifiche statutarie che comunque avremmo dovuto adottare ci potevano portare al riconoscimento senza cambiare strada.

Tramite Lucia abbiamo studiato le esperienze internazionali, abbiamo chiesto come gli altri paesi Fede e Luce erano organizzati da un punto di vista legale e quali passi stavano muovendo.

L’incontro con i membri del Consiglio di Amministrazione Internazionale e i membri dell’Équipe di Coordinamento Internazionale avuto a Roma il 25 ottobre 2011 conferma informalmente il cammino intrapreso.

Anche Marie Hélène partecipa con una lettera al confronto, nella quale ci informa che a livello internazionale non c’è un riconoscimento ufficiale della Chiesa a motivo della nostra dimensione ecumenica. Ci mette in luce comunque i “numerosi e importanti segni da parte della Santa Sede, che indicano una fiducia molto particolare riguardo a Fede e Luce”.

Abbiamo parlato molto di ecumenismo e non c’è stata occasione in cui non abbiamo rimarcato come questa caratteristica è un valore a cui non vogliamo rinunciare. Un bel confronto fino a che ci siamo resi conto che la natura ecumenica non poteva essere un limite ma una ricchezza e che la Chiesa stessa percepisce come un carisma.

Lo statuto è stato redatto dal Consiglio di Amministrazione in carica e portato per la sua approvazione definitiva in Assemblea a Roma il 29 settembre 2012.

Alla fine del cammino è stato bello scoprire che la strada percorsa e la direzione presa non erano altre ma le stesse di sempre. La prova del nove è avvenuta attraverso il confronto con la CEI: sperimentare che soggetti estranei alla nostra realtà riuscivano a “intuire” la visione e il carisma di Fede e Luce mediante lo statuto (e i rinvii alla Charta e alla costituzione) è stata la conferma che senza rinunciare alla nostra identità potevamo serenamente procedere per il riconoscimento.

Il Signore ci ha provato nella pazienza dell’attesa in questo percorso rallentato in più occasioni da eventi decisamente straordinari anche per la vita della Chiesa stessa, ma, come dice San Giacomo nelle sue lettere, la pazienza completa l’opera di Dio in noi e ci rende perfetti ed integri, senza mancare di nulla! E così è stato. Il Consiglio Episcopale permanente della CEI “nel concedere l’approvazione dello statuto dell’Associazione Fede e Luce ha rilevato l’importanza del suo impegno per aiutare le persone con handicap mentale e le loro famiglie a trovare il loro posto nella vita ecclesiale e nella società attraverso i momenti che costituiscono l’essenza del suo carisma: la preghiera, l’incontro, la festa”.

Voglio infine ricordare in segno di gratitudine e fiducia i nomi di Enza, Adriana, Paolo, Daniele, Fabio, Valeria, Cristina, Rita, Mauro e Lorenzo, membri di quel Consiglio che operosamente hanno impiegato tempo e fatica, e di quelle persone dell’Ufficio affari giuridici della CEI che hanno con professionalità umile e rigorosa gestito l’iter del nostro riconoscimento.

Lorenzo Portento e Valeria Mastroiacovo

Vivendo con partecipazione ed enfasi, le diverse tappe burocratiche necessarie per ottenere il riconoscimento da parte delle C.E.I., mi ponevo una domanda che anche altre persone continuavano a pormi, cioè se per Fede e Luce il riconoscimento era realmente importante, di cosa si trattava, cosa avrebbe dato di nuovo all’Associazione, cosa sarebbe cambiato.

Anche per me, inizialmente, non era semplice trovare una risposta esauriente a queste domande, ma durante l’incontro con i movimenti e le associazioni convocate in Piazza San Pietro per la Pentecoste del 2013 durante l’anno della fede, ho vissuto ed intuito la risposta a tutte queste domande.

“Ci siamo anche noi”: questa è una risposta!

Abbiamo avuto la possibilità di essere insieme ai movimenti, alle aggregazioni laicali ed alle diverse associazioni presenti in piazza San Pietro ed anche Fede e Luce ha testimoniato la sua storia, i suoi valori.

Non eravamo soli, ma insieme agli altri portavamo il nostro contributo alla nostra Chiesa, alla Chiesa cattolica, alla Chiesa di Papa Francesco. Sentire Mons. Fisichella pronunciare il nome dell’associazione che ci rappresenta, Fede e Luce, insieme a quello di altre associazioni, è stata una forte emozione e la sua voce echeggiava non solo nella Piazza ma soprattutto nei nostri cuori, nel nostro sentirci membra di un solo corpo, con le diverse competenze, con le diverse vocazioni, ma con un unico spirito, lo Spirito Santo, che ci guida lungo una comune via, quello dell’unico cammino verso il Padre, nell’accettazione, nel rispetto, nell’aiuto reciproco.

Abbiamo un tesoro grande, la nostra esperienza, i nostri valori, la nostra gioia; questi sono doni che ci fanno crescere, che ci contraddistinguono, ci identificano, ed è arrivato il momento di condividerli con gli altri. Certo e’ una sfida impegnativa: aiutare, con il nostro modo di fare comunità, la nostra Chiesa e gli altri movimenti ed associazioni, arricchendoci nello stesso tempo nell’apertura e nella condivisione dei diversi talenti.

Ci aspetta qualcosa di nuovo, di molto bello, mostrare la nostra bellezza, la nostra unicità, la nostra diversità. E’ la stessa Chiesa che ce l’ha chiesto. E noi rispondiamo: “Sì, ci siamo anche noi!“

Il 26 marzo 2014 è una data che rimarrà nella storia italiana di Fede e Luce. È il giorno del riconoscimento della nostra associazione da parte di tutti i Vescovi Italiani. Certo quale data avrebbe potuto essere migliore di quella scelta da nostro Signore per noi, il 26 marzo e’, infatti, S. Emmanuele, il cui significato è Dio è con noi. Sicuramente Dio è e sarà sempre con noi e ci ha voluto fare dono di un momento unico, quello del “nostro” riconoscimento in seno alla Chiesa.

Ringraziamo, dunque, il Signore di ciò di cui ci ha fatto dono, invocando la protezione della Vergine Maria affinché ci accompagni nel nostro allegro ma faticoso cammino.

Paolo Tantaro