Non voglio usare molte parole mie per iniziare questo racconto. Potrei riportare tante motivazioni ma la verità è che ci sono percorsi che vengono “sospinti” da una voce, talvolta fievole talvolta più forte, che ti indica una direzione, una strada da percorrere, un “luogo” a cui è meglio appartenere.
«Dove è la Chiesa, là è anche lo spirito di Dio e dove è lo spirito di Dio là è la Chiesa e ogni grazia. Ogni giorno la Chiesa nasce dall’alto, dallo spirito del Signore. Solo secondariamente sorge dalla libera decisione dei credenti che si lasciano convocare» (La verità vi farà liberi n° 419)
Così ci siamo lasciati convocare… era il 21 marzo 2009.
Abbiamo chiesto un incontro con don Mario Crociata, allora segretario della CEI (Conferenza Episcopale Italiana). All’incontro partecipammo Mariangela Bertolini, Lucia Casella, don Marco Bove, Daniele e Titti Cogliandro, Angela Gattulli, Lorenzo Portento ed io Enza Gucciardo.
Si è creata, durante quel tempo, una strana magia, un’atmosfera di pace, fraternità e comprensione profonda la stessa atmosfera che respiravamo quando il Cardinale Carlo Maria Martini ci accoglieva ogni anno come Consiglio Nazionale nel suo Vescovado. Abbiamo percepito forte che eravamo chiamati ad avviare il percorso per richiedere il riconoscimento.
Enza Gucciardo
È stato un cammino di segni: il luogo, i tempi, la provvidenza. C’era un invito a cui oramai dovevamo rispondere, quello di chiedere alla Chiesa Cattolica Italiana di riconoscere l’esperienza di Fede e Luce in Italia, utilizzando le parole di Don Marco, «per partecipare più da vicino ad un cammino di dialogo e in collegamento pieno con le occasioni e i momenti anche ufficiali in cui è bene che Fede e Luce sia presente, e per portare anche ad un livello più formale il messaggio di Fede e Luce, la sua grande profezia».
La nuova struttura del movimento internazionale approvata a Lourdes nel 2008, l’esigenza Italiana di separare la parte gestionale dell’Associazione Fede e Luce dalla responsabilità nell’accompagnamento delle comunità, la necessità e l’opportunità di unire le forze in uno Stato nazionale dove erano presenti più Provincie Fede e Luce, ci ha portato il 2 giugno 2009 al mandato conferito al nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Associazione di realizzare un lavoro di confronto e di stesura di un rinnovato statuto… “io faccio nuove tutte le cose” è il vento dello Spirito di Cattolica che soffiava su di noi… il vento che avrebbe portato al ri-scoprirci, al ri-conoscerci, che ci avrebbe spinto a trovare il modo di creare nuovi legami e di stringere quelli esistenti.
Lo statuto era ed è lo strumento giuridico necessario per ottenere il riconoscimento CEI (Conferenza Episcopale Italiana), ma era soprattutto uno strumento con il quale dovevamo riconoscerci noi prima degli altri, con il quale fare chiarezza, e con il quale avremmo risposto in modo adeguato alla nuova organizzazione nazionale ed internazionale che si andava delineando, ma con il quale avremmo dovuto anche rispondere ai nuovi scenari e vincoli che sempre più andava a porci la normativa italiana ed internazionale soprattutto in materia fiscale e di antiriciclaggio.
Il secondo passo all’interno del Consiglio di Amministrazione, fu proprio quello del confronto: era da capire in modo chiaro e condiviso se le modifiche statutarie che comunque avremmo dovuto adottare ci potevano portare al riconoscimento senza cambiare strada.
Tramite Lucia abbiamo studiato le esperienze internazionali, abbiamo chiesto come gli altri paesi Fede e Luce erano organizzati da un punto di vista legale e quali passi stavano muovendo.
L’incontro con i membri del Consiglio di Amministrazione Internazionale e i membri dell’Équipe di Coordinamento Internazionale avuto a Roma il 25 ottobre 2011 conferma informalmente il cammino intrapreso.
Anche Marie Hélène partecipa con una lettera al confronto, nella quale ci informa che a livello internazionale non c’è un riconoscimento ufficiale della Chiesa a motivo della nostra dimensione ecumenica. Ci mette in luce comunque i «numerosi e importanti segni da parte della Santa Sede, che indicano una fiducia molto particolare riguardo a Fede e Luce».
Abbiamo parlato molto di ecumenismo e non c’è stata occasione in cui non abbiamo rimarcato come questa caratteristica è un valore a cui non vogliamo rinunciare. Un bel confronto fino a che ci siamo resi conto che la natura ecumenica non poteva essere un limite ma una ricchezza e che la Chiesa stessa percepisce come un carisma.
Lo statuto è stato redatto dal Consiglio di Amministrazione in carica e portato per la sua approvazione definitiva in Assemblea a Roma il 29 settembre 2012.
Alla fine del cammino è stato bello scoprire che la strada percorsa e la direzione presa non erano altre ma le stesse di sempre. La prova del nove è avvenuta attraverso il confronto con la CEI: sperimentare che soggetti estranei alla nostra realtà riuscivano a “intuire” la visione e il carisma di Fede e Luce mediante lo statuto (e i rinvii alla Charta e alla costituzione) è stata la conferma che senza rinunciare alla nostra identità potevamo serenamente procedere per il riconoscimento.
Il Signore ci ha provato nella pazienza dell’attesa in questo percorso rallentato in più occasioni da eventi decisamente straordinari anche per la vita della Chiesa stessa, ma, come dice San Giacomo nelle sue lettere, la pazienza completa l’opera di Dio in noi e ci rende perfetti ed integri, senza mancare di nulla! E così è stato. Il Consiglio Episcopale permanente della CEI «nel concedere l’approvazione dello statuto dell’Associazione Fede e Luce ha rilevato l’importanza del suo impegno per aiutare le persone con handicap mentale e le loro famiglie a trovare il loro posto nella vita ecclesiale e nella società attraverso i momenti che costituiscono l’essenza del suo carisma: la preghiera, l’incontro, la festa».
Voglio infine ricordare in segno di gratitudine e fiducia i nomi di Enza, Adriana, Paolo, Daniele, Fabio, Valeria, Cristina, Rita, Mauro e Lorenzo, membri di quel Consiglio che operosamente hanno impiegato tempo e fatica, e di quelle persone dell’Ufficio affari giuridici della CEI che hanno con professionalità umile e rigorosa gestito l’iter del nostro riconoscimento.
Lorenzo Portento e Valeria Mastroiacovo
Vivendo con partecipazione ed enfasi, le diverse tappe burocratiche necessarie per ottenere il riconoscimento da parte delle C.E.I., mi ponevo una domanda che anche altre persone continuavano a pormi, cioè se per Fede e Luce il riconoscimento era realmente importante, di cosa si trattava, cosa avrebbe dato di nuovo all’Associazione, cosa sarebbe cambiato.
Anche per me, inizialmente, non era semplice trovare una risposta esauriente a queste domande, ma durante l’incontro con i movimenti e le associazioni convocate in Piazza San Pietro per la Pentecoste del 2013 durante l’anno della fede, ho vissuto ed intuito la risposta a tutte queste domande.
«Ci siamo anche noi»: questa è una risposta!
Abbiamo avuto la possibilità di essere insieme ai movimenti, alle aggregazioni laicali ed alle diverse associazioni presenti in piazza San Pietro ed anche Fede e Luce ha testimoniato la sua storia, i suoi valori.
Non eravamo soli, ma insieme agli altri portavamo il nostro contributo alla nostra Chiesa, alla Chiesa cattolica, alla Chiesa di Papa Francesco. Sentire Mons. Fisichella pronunciare il nome dell’associazione che ci rappresenta, Fede e Luce, insieme a quello di altre associazioni, è stata una forte emozione e la sua voce echeggiava non solo nella Piazza ma soprattutto nei nostri cuori, nel nostro sentirci membra di un solo corpo, con le diverse competenze, con le diverse vocazioni, ma con un unico spirito, lo Spirito Santo, che ci guida lungo una comune via, quello dell’unico cammino verso il Padre, nell’accettazione, nel rispetto, nell’aiuto reciproco.
Abbiamo un tesoro grande, la nostra esperienza, i nostri valori, la nostra gioia; questi sono doni che ci fanno crescere, che ci contraddistinguono, ci identificano, ed è arrivato il momento di condividerli con gli altri. Certo è una sfida impegnativa: aiutare, con il nostro modo di fare comunità, la nostra Chiesa e gli altri movimenti ed associazioni, arricchendoci nello stesso tempo nell’apertura e nella condivisione dei diversi talenti.
Ci aspetta qualcosa di nuovo, di molto bello, mostrare la nostra bellezza, la nostra unicità, la nostra diversità. E’ la stessa Chiesa che ce l’ha chiesto. E noi rispondiamo: «Sì, ci siamo anche noi!»
Il 27 marzo 2014 è una data che rimarrà nella storia italiana di Fede e Luce. È il giorno del riconoscimento della nostra associazione da parte di tutti i Vescovi Italiani. Certo quale data avrebbe potuto essere migliore di quella scelta da nostro Signore per noi, il 27 marzo è, infatti, S. Emmanuele, il cui significato è Dio è con noi. Sicuramente Dio è e sarà sempre con noi e ci ha voluto fare dono di un momento unico, quello del “nostro” riconoscimento in seno alla Chiesa.
Ringraziamo, dunque, il Signore di ciò di cui ci ha fatto dono, invocando la protezione della Vergine Maria affinché ci accompagni nel nostro allegro ma faticoso cammino.
Paolo Tantaro